Medicina territoriale per il rilancio del SSN

set 14. 2021

Medicina territoriale per il rilancio del SSN

Quante volte è capitato di dover prenotare una visita medica per una persona cara anziana ed essere preoccupati delle lunghe ore in sala di attesa o, soprattutto nell’ultimo anno, della possibilità di esporla a rischi e contagi? Fare riferimento al proprio medico di base può essere difficile, ma per fortuna ci sono delle soluzioni alternative: la telemedicina e le numerose piattaforme che offrono questo servizio - tra cui Medicilio - possono aiutarti a risolvere questo problema.

Medicina dei servizi territoriali: cos’è? 

Per poter chiarire la situazione relativa alla medicina territoriale si può partire dalla normativa in materia di medicina generale che, in Italia, è divisa in quattro sotto specializzazione, una delle quale è la medicina dei servizi territoriali: chi si occupa di questo ambito, è un medico specializzato nell’organizzazione dell’assistenza distrettuale attraverso la ASL di riferimento. 

Di conseguenza, con la medicina dei servizi territoriali si intendono tutte quelle prestazioni sanitarie di primo livello e pronto intervento che hanno come scopo quello di prevenire l’aggravarsi delle condizioni della persona e, allo stesso tempo, si pongono come alternativa all’ospedalizzazione. 

Dal punto di vista teorico, quindi, la medicina dei servizi territoriali per essere efficiente dovrebbe evitare il sovraccarico delle strutture ospedaliere, provvedendo ad un servizio di prima assistenza ai pazienti dimessi da strutture sanitarie o con patologie croniche. Questo genere di servizio è un filtro tra l’assistenza sanitaria gestibile a livello ambulatoriale e una più specialistica che necessita di una struttura adeguata, con strumentazione all’avanguardia o un personale maggiormente qualificato. 

I professionisti della medicina dei servizi territoriali ai quali ci si può rivolgere sono: 

  • Medici di Medicina Generale (MMG)

  • Pediatri di libera scelta

  • Guardia Medica

  • Medici specialisti ambulatoriali

Riformare una medicina generale carente nell’ambito territoriale

La medicina generale è profondamente cambiata negli ultimi anni, come è mutato - di pari passo - anche il ruolo del medico di base. Questo, alla fine degli anni ‘70, era considerato un vero e proprio punto di riferimento per le famiglie che si rivolgevano a lui prima di recarsi in una struttura ospedaliera. Il medico di famiglia, infatti, aveva la possibilità di seguire i propri pazienti non solo con consulti telefonici, ma anche attraverso le visite in ambulatorio che potevano essere fissate in base alla disponibilità del dottore e del paziente stesso. 

La scelta del medico di base era molto più semplice, un tempo, e non veniva subordinata al processo burocratico che oggi si rende necessario. Nell’ultimo periodo la decentralizzazione del sistema sanitario e lo sviluppo della medicina territoriale hanno portato ad una progressiva ma inesorabile rivoluzione in questo ambito. 

Tra le principali criticità che bisogna affrontare ogni giorno quando si ha bisogno del medico di base ci sono:

  • ristrettezza degli orari delle visite; 

  • necessità di recarsi personalmente in ambulatorio. Solo raramente e in caso di estrema necessità alcuni medici di base di recano a casa; 

  • poca tempestività nella risposta alle richieste di aiuto da parte dei pazienti, soprattutto i più fragili. 

  • molto spesso, il medico di base di riferimento è molto lontano da dove ci si trova. Infatti, la distribuzione territoriale di questi professionisti non è assolutamente omogenea.

UGO nasce per aiutarti a gestire gli accompagnamenti dal medico, ma anche per prenotare una visita quando ti serve una mano e non sai come fare: ti raggiunge a casa per aiutarti ad effettuare la prenotazione online o al telefono, oppure a scegliere il tuo medico di base mostrandoti tutti i passaggi proprio come farebbe l'amico di fiducia.

La medicina territoriale ai tempi del Covid 

La recente emergenza sanitaria, soprattutto nelle prime fasi epidemiologiche, ha poi messo in evidenza e amplificato quelli erano alcuni problemi già esistenti nel sistema sanitario del nostro Paese. Il timore del contagio, la mancanza di informazioni riguardo questa malattia infettiva e, soprattutto, l’insicurezza riguardo le cure hanno portato molte persone a rivolgersi al proprio medico di base per ricevere chiarimenti e rassicurazioni. 

Purtroppo, nella maggior parte dei casi, il sistema dei medici di base non ha retto neppure per la parte puramente consulenziale e molte persone si sono trovate spaesate e con la necessità di recarsi al pronto soccorso non appena avvertivano i primi sintomi di una possibile infezione da Covid. Il resto è noto: pronto soccorso affollati e le terapie intensive al collasso per il rapido diffondersi del virus e della mancanza di un filtro tra il paziente e la struttura sanitaria. 

I presidi territoriali e i medici di base hanno fatto il possibile per poter far fronte alla situazione di emergenza improvvisa prima e in seconda e terza ondata dopo, compatibilmente con la mancanza di strumenti a disposizione. Alcuni professionisti dell’ambito sanitario si sono recati personalmente nelle dimore dei propri pazienti, con le dovute precauzioni, per poterli visitare soprattutto se anziani o troppo fragili per potersi recare in una struttura ospedaliera. 

Nuove regole per i medici di famiglia 

La pandemia ha anche suggerito una nuova riflessione sul tema del supporto ai pazienti, soprattutto da remoto e ha portato “sotto le luci della ribalta” la telemedicina. Con questa parola si intende - come viene definito dal Ministero della Salute “una modalità di erogazione di servizi di assistenza sanitaria, tramite il ricorso a tecnologie innovative, in particolare alle Information and Communication Technologies (ICT), in situazioni in cui il professionista della salute e il paziente (o due professionisti) non si trovano nella stessa località”. 

Al di là delle definizioni, è importante capire che si tratta di una nuova modalità attraverso la quale i medici possono supportare i propri pazienti a distanza, senza che questi debbano recarsi presso l’ambulatorio. La telemedicina permette quindi di risolvere un problema molto serio, ossia l’impossibilità di recarsi presso uno studio medico: questa condizione caratterizza molte persone, soprattutto i malati cronici, che in questo ultimo anno hanno avuto il timore di esporsi a rischi di contagio. Allo stesso tempo, bisogna però sottolineare, che questa specifica modalità richiede una buona conoscenza dell’utilizzo del computer e della piattaforma, una caratteristica che le persone anziane non hanno nella maggior parte dei casi. 

Quindi, nonostante la telemedicina sia un’importante soluzione, destinata a cambiare in parte il modo di lavorare per molti medici, rimane un problema di accessibilità (legato alla conoscenza dello strumento tecnologico) e di necessità, in alcuni casi, di ricevere assistenza in presenza da parte di un professionista dell’ambito sanitario. 

Noi di UGO conosciamo le necessità delle persone anziane e quelle portatrici di disabilità e abbiamo voluto poter fare qualcosa per offrire loro il nostro supporto anche su un tema delicato e importante come l’assistenza medica a domicilio. Per questo abbiamo stretto la partnership con Medicilio, una startup innovativa che offre la possibilità di consultarsi con un medico attraverso la loro piattaforma (telemedicina) - evitando di recarsi in ambulatorio o di attendere ore in sala d’attesa. Con Medicilio è anche possibile richiedere esami specialistici a domicilio quali radiologia, cardiologia, fisioterapia, dermatologia e trattamenti dentali, azzerando così le distanze tra pazienti fragili e servizi sanitari ad alto contenuto tecnologico.

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