Caregiver professionale: cosa bisogna sapere su ''colui che si prende cura''

nov 25. 2021

La figura del caregiver professionale si misura sulla capacità di entrare in relazione con le fragilità altrui

Negli ultimi anni, quella del caregiver è diventata una figura professionale che si diversifica da quella del caregiver familiare. Quando il caregiver familiare non riesce più a gestire in autonomia la persona anziana o fragile in casa, entra in gioco il caregiver professionale: empatico, ma anche preciso e puntuale, affidabile e capace di dire la cosa giusta al momento giusto o stare in silenzio se necessario. Un supporto in più su cui è giusto e necessario fare affidamento nei momenti di difficoltà in cui le responsabilità ricadono tutte sul caregiver familiare.

Quando si richiede il supporto di una figura professionale per l'affiancamento, la compagnia o il sostegno di una persona anziana, si deve tenere a mente che la relazione tra i due si reinventa e si basa più sulla qualità e non sulla quantità.

Gli operatori UGO, caregiver professionisti, restituiscono tempo di qualità, esclusivo e dedicato alla persona che stanno seguendo. In che modo ci riescono?

Hanno interiorizzato e reso professionale quel legame che si pensava potesse essere solo garantito da una figura familiare. Se pensiamo a quanti figli non riescono a comprendere i propri parenti fragili, sarà facile capire che non si tratta solo di operatori alla ricerca di un lavoro ma persone in grado di ristabilire equilibri familiari. 

Una nuova modalità di collaborare e supportare le persone fragili

Le caratteristiche del caregiver professionale sono diverse:

Reciprocità. La caratteristica che rende possibile lo scambio tra caregiver professionisti e utenti. 

Preparazione. L’operatore UGO non è mai a digiuno di competenze e di formazione che possano far accrescere il suo ruolo: capacità di ascolto, sensibilizzazione su temi legati alla malattia o alle emozioni, nozioni pratiche e logistiche. 

Digitalizzazione. Elemento fondamentale per essere un caregiver on-demand, ricevere richieste, essere tempestivi e smart per recepire cambiamenti di gestione o comprendere situazioni delicate che emergono in servizio. 

Supporto. È costante da parte del Team interno: dall’amministrazione alla gestione dei servizi e all’approccio con gli utenti, passando dal counseling a momenti di dialogo e confronto. 

Motivazione costante. Non solo verso l’utente e la finalità dell’affiancamento, ma anche nell’apprendere modalità nuove o aggiornamenti interni su modalità e procedure da seguire. 

Triade della fiducia: utente-UGO-operatore. Se non ci fosse verrebbe meno il caregiving.

Professionalità. È l'approccio che distingue un caregiver professionale da un familiare, ogni servizio viene vissuto seguendo un iter strutturato, attivando skill idonee per garantire il benessere della persona, senza lasciarsi trascinare da stati depressivi. 

Valorizzazione. Attivando una relazione costruttiva si scopre che la professione del caregiver è tale poiché porta a maturare aspetti di sé che in altre collaborazioni risultavano poco necessarie. L’empatia, la gentilezza, l’ascolto attivo, la gestualità e il silenzio, qui diventano colonna portante.

Il ruolo del caregiver genera occupazione e riscatto sociale

Gli ultimi anni hanno portato a galla una maggior richiesta di persone competenti e professionali. Non c’è più tempo: è necessario portare a bordo figure con più attitudine possibile verso il profilo ricercato. 

Gli operatori UGO, caregiver di professione, hanno profili eterogenei, vanno dal consulente finanziario, al musicista, fino al trasportatore o al gruista, passando da segretarie a baby-sitter o a manager d’azienda.

Sono tante le candidature ricevute, nel 2021 circa 2500, provenienti da varie città d’Italia. Questo significa che tante persone vedono nel supporto alle persone fragili una modalità professionale nuova con cui bilanciare le entrate mensili.

E cosa li rende più abili di altri, a volte persino più dei familiari, a supportare in un cammino terapeutico un paziente oncologico o ad aiutare un anziano a far la spesa, fare una passeggiata o a restituire il buon umore con una bella chiacchierata? La responsabilità verso il prossimo e l’etica del lavoro, questi due elementi insieme fanno della persona, un caregiver professionale.

Non è semplice trovarli, molti si perdono per strada, ma quelli che rimangono hanno con noi la possibilità di riscattarsi, di essere valorizzati, alimentare l’intelligenza emotiva e misurarla su tante situazioni di fragilità. Per alcuni UGO è un secondo lavoro con cui arrotondare mensilmente, per altri una collaborazione sporadica, per coloro che hanno fidelizzato le relazioni essere operatori è entrare nella quotidianità di tante vite, mettere ordine e chiarezza nei legami familiari, quei legami che spesso significano catene, condizionamenti e ancor più solitudine.

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