Le diverse fasi del caregiver: sandwich, equilibrista o dal cuore alla testa

nov 15. 2021

In quale punto del percorso ti trovi?

È sempre più numeroso l’esercito dei caregiver: figli e parenti alle prese con malattie, visite, dottori e terapie dei loro cari. A loro va gran parte del merito nell’assicurare un buon tenore di aderenza terapeutica, unito al compito di garantire al resto della cerchia familiare l’equilibrio necessario a vivere la quotidianità.

La maggior parte di coloro che “si prendono cura di” sono donne, figlie, nipoti e sorelle che, nonostante eccellenti doti multitasking, rinunciano poco a poco alle proprie necessità e mettono a repentaglio il proprio stato psico-fisico.

Sono 3 le fasi che un caregiver può vivere: tu in quale ti ritrovi?

1. SANDWICH

“E adesso io cosa faccio? Come mi organizzo?”

La tipica domanda che un caregiver familiare può rivolgere a sè stesso mentre parla alla sua famiglia o a persone e strutture qualificate e competenti, in cerca di aiuto per risolvere situazioni del tipo: “dimettono il papà dall’ospedale tra 5 giorni, io lavoro, come trovo qualcuno che lo porti a casa? Una volta arrivato chi potrà seguirlo?”. È la fase iniziale, la punta dell’iceberg che piomberà addosso al caregiver che in questo momento si trova spaesato e intorpidito da una serie di attività da predisporre e informazioni da ricercare. In questo primo step è essenziale delineare l’itinerario da seguire affinché tutto ciò che comincia ora sia corretto e funzionale per le fasi successive.

CONSIGLI PRATICI - Ascoltarsi e ascoltare, garantirsi tempo di riflessione, attivare interlocutori giusti.

2. EQUILIBRISTI

“Non so dove trovare il tempo per fare tutto ma non mollo.”

Situazioni che si protraggono nel tempo, cicli di terapie gestite con qualche dimenticanza, continue sollecitazioni e frustrazioni che aumentano sensi di colpa verso i propri cari. Paura di non fare a sufficienza o di gestire male situazioni persistenti di fragilità e malattia. “La mamma vive sola. Io ho anche la mia famiglia da seguire. Lei dice di voler mantenere la sua autonomia ma tutte le volte che prende i mezzi pubblici temo si perda, non ha più i riflessi di una volta e la terza badante è scappata a gambe levate.”

A questo livello ci si è ormai abituati ad una situazione di scarsa autonomia ma si cerca di rispettare il volere del proprio caro. Il persistere di una situazione del genere nel lungo periodo potrà portare a momenti di burnout per il caregiver. Nonostante la tenacia, mente e corpo iniziano a vacillare ed è utile far entrare nella propria vita persone e strumenti che davvero possano essere validi sostituti, deleghe da giocarsi in caso di impossibilità o se c’è il rischio di svolgere male quel ruolo di supporto che nel tempo il caregiver si è cucito addosso.

CONSIGLI PRATICI – Respira, delega e pensa per priorità davvero necessarie.

3. DAL CUORE ALLA TESTA

“Non ce la faccio più, è tempo di decisioni!”

Ecco il livello conclusivo dove l’emotività gioca un ruolo dominante ed è solo attivando la sua capacità critica e di analisi che il caregiver può conquistare uno status più razionale e concreto, in cui vedere la situazione nella sua complessità, cogliere l’emergenza e attuare solo quei comportamenti utili al benessere non solo della persona fragile ma di tutta la famiglia coinvolta.  Situazioni del tipo: Dopo la diagnosi di Alzheimer, ci siamo organizzati un pò in casa, ma la situazione continua a peggiorare…” sono quelle economicamente e affettivamente più praticate, ma quanto tempo possono durare senza che si logori qualcosa?

E’ probabile che il proprio caro si senta un peso o si adagi ancor di più in una situazione di comodo, i componenti del nucleo familiare si daranno alla fuga o faranno pesare certe situazioni e tu caregiver sarai sempre più demotivato ed esausto.

CONSIGLI PRATICI – Sei arrivato fin qui ed è tempo di dare valore a ciò che hai imparato: affidati a persone che possano alleggerirti, dona spazio a tutta la famiglia e garantisci loro del tempo di qualità.

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UGO è il servizio su misura che accompagna e supporta gli anziani e le persone fragili nelle attività quotidiane per favorire indipendenza e serenità come farebbe un familiare. Puoi richiederlo per recarti a visite, terapie, fare la spesa, compagnia o anche per una passeggiata.