Parkinson: muoversi con le arti creative

apr 06. 2021

La malattia di Parkinson è la patologia neuro-degenerativa più diffusa dopo l'Alzheimer, intacca soprattutto la sfera motoria compromettendo le capacità di movimento. 

Chi si ammala di questa patologia non perde l’inclinazione verso la bellezza della vita ed anche senza la stabilità del movimento, si possono provare sensazioni che alleggeriscono dal peso della malattia. Sono tante le situazioni quotidiane in cui le persone con il Parkinson avvertono una sensazione di difficoltà ed il bisogno di ristabilire l’equilibrio con se stessi e con il mondo esterno. Per questo motivo, diventa importante trovare nuovi modi di esprimersi

L’arte come risorsa per imparare a condividere le emozioni

L’arte è considerata una forma di comunicazione importante che riesce ad arrivare dove le parole non arrivano. Lo strumento artistico, rispettoso delle difese personali, consente al malato di Parkinson il recupero della propria creatività e favorire l’espressione di sentimenti non esprimibili a parole.

Ognuno di noi ha un potenziale che va semplicemente stimolato. L’ Arteterapia svolge questa funzione perché aiuta a contattare ed elaborare il proprio vissuto e a trasmetterlo creativamente. Nella musica, così come nella danza, nel teatro, il malato di Parkinson è chiamato a partecipare ad un’esperienza sul piano corporeo e psicologico attraverso l’espressione di sé. In questo modo viene favorito lo sviluppo delle potenzialità e la valorizzazione dell’unicità di ciascuno.

Attività creative che fanno bene alla persona con il Parkinson

''Insegnando alle persone a vedere ciò che le circonda, a esprimere le loro emozioni, e affermando continuamente che loro, e soltanto loro, possono tracciare quei particolari segni sulla carta o sulla tela, queste persone hanno maggiori opportunità di conoscere se stesse e il loro diritto di essere rispettate e di volersi bene.'' (Warren)

Esprimersi in attività creative aiuta il malato di Parkinson a ridurre il peso della disabilità, sviluppare maggiore autonomia personale e migliorare le relazioni sociali.

IL CANTO. E’ uno straordinario strumento di salvaguardia. L’irrigidimento dei muscoli del viso e l’affievolimento della voce influenzano le relazioni del paziente che si chiude ancora di più nel suo angolo buio ed isolato causato dalla malattia. La finalità del canto consiste nel miglioramento dell’utilizzo della voce che si contrappone ad uno dei sintomi tipici del Parkinson, favorendo il processo di adattamento alla malattia. Cantare diventa lo strumento per stimolare la “presenza” della persona.

LA DANZA. E’ uno strumento espressivo per comunicare con gli altri, per esternare il mondo interno. Secondo uno studio realizzato dal neurologo Gammon M. Earhar dell’Università di Washington, la pratica quotidiana del ballo, in particolare del tango, migliora l’equilibrio e facilità i movimenti più complicati, come girarsi e camminare all’indietro.

Attraverso la danza-terapia, chi soffre di Parkinson viene messo nella condizione di creare la propria danza, in quanto il suo scopo non è di acquisire particolari tecniche, ma di dare spazio alla propria creatività come mezzo per esprimersi. La danza diventa così metafora del proprio interiore.

IL DISEGNO E LA PITTURA. Il disegno così come la pittura consentono di acquisire o potenziare la capacità di prendere contatto con le emozioni e rappresentarle attraverso la forma e il colore. Esternare attraverso l’atto del fare induce a “guardarsi dall’esterno”; le emozioni negative assumono concretezza trovando il distacco necessario per poter essere affrontate. Come un viaggio verso la consapevolezza che parte dal dolore e raggiunge la calma interiore.

Inoltre, l’uso del disegno e della pittura, richiedendo movimenti fini e precisi, comporta un giovamento anche da un punto di vista motorio.

“L’arte è il sangue del nostro cuore; io non credo in un’arte che non nasce dal desiderio dell’individuo di rivelarsi all’altro. Io non credo in un’arte che non nasce da una forza, spinta dal desiderio di un essere di aprire il suo cuore.” (Edward Munch)

Chi si ammala di Parkinson perde la propria autonomia nella vita quotidiana e diventa più dipendente dai familiari. E’ importante che la persona che soffre di questa patologia venga affiancata da figure che tengano conto delle sue sensazioni e dei suoi stati d'animo e che permettano di esprimersi nel miglior modo possibile e di affrontare il disagio derivante dalla malattia. Entrare in contatto con le Associazioni Parkinson locali e nazionali è utile per trovare informazioni, condivisione e sostegno.

APM Parkinson Lombardia si pone come obiettivo principale l’aiuto al malato di Parkinson ed alla sua famiglia per il miglioramento della qualità della vita.

Per i soci APM Parkinson Lombardia è possibile richiedere il supporto di UGO ed usufruire dello sconto del 5%.

UGO, con la sua rete di caregiver professionali, conferisce alla persona l’autonomia necessaria per sentirsi indipendente proprio come farebbe quel familiare capace di renderti speciale. Non solo si occupa di supportare ed assistere, ma fa compagnia offrendo una presenza affettiva; agevola la comunicazione fra paziente-medico-famiglia; supporta sia fisicamente che psicologicamente la persona e la sua famiglia in un momento delicato della vita.

I caregiver che sono normalmente familiari, possono essere dei nuovi amici che migliorano la quotidianità.

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